UK, 87 mn
Regia: George Langworthy, Maryam Henein
Produzione: Hive Mentality Films & Hipfuel films
Also on DASTRA
Rudy Mental Studio, Parco Fluviale del Po TO
Se ne parla finalmente anche in Italia. A questo proposito DASTRA ripropone una recensione del 2011-12 scritta per Source da Hugo Beaumont chitarrista e blogger.
Vanishing of the Bees, documentario britannico del 2009, porta
testimonianza del mistero della scienza apiaria conosciuto come Colony
Collapse Disorder (CCD), fenomeno recente ancora poco noto per il quale
gli alveari si spopolano improvvisamente e intere famiglie di api
scompaiono senza ragioni apparenti. Quella che appariva come una
leggenda metropolitana, è considerata ora una realtà terribile: le api
stanno scomparendo in tutto il pianeta e nessuno sa il perché.
Fin dagli albori della società umana, la natura e l'origine delle api ha
ispirato l'interesse degli uomini. Da sempre, nelle cronache e nei
racconti delle popolazioni della Terra, questo insetto peloso viene
considerato come una creatura speciale che viene presa ad esempio per
rappresentare alcuni dei valori (l'attitudine all'industriosità e alla
cooperazione per esempio) tra i più condivisi dal punto di vista
sociale. Anche le più antiche forme di interazione con la terra e la
selva, quelle praticate in alternativa alla caccia o a integrazione di
essa, attestano quanto sia tradizionalmente stretto il nostro rapporto
con le api. Incisioni rupestri preistoriche raffigurano l'atto della
raccolta del miele e diverse raffigurazioni pittoriche egizie, che
possiamo conoscere attraverso i reperti archeologici che fungono da
memoria e patrimonio dell'umanità, ci raccontano come gli agricoltori
del tempo percorressero il Nilo su zattere che trasportavano alveari per
impollinare i propri campi disposti sulle rive del fiume.
Ma la connessione tra le due società operose, quella degli uomini e quella delle api, è così naturale che viene data per scontata e l'idea che l'armonia sia un dono dovuto e meritato fa dimenticare quanto invece le cose più importanti debbano venir coltivate con costanza perchè si rigenerino e affinchè siano durature. La mancanza di consapevolezza ha le sue conseguenze quando, persino oggi, nell'era dell'informazione capillare, il consumatore medio non ha la minima idea dell'origine dei beni di cui usufruisce e nemmeno sa, incredibilmente, da dove provengano gli elementi così vitali che costituiscono i nostri alimenti. Nei paesi industrializzati, quelli più evoluti, si pensa che la fonte del cibo sia lo scaffale del supermercato (questa si che è leggenda metropolitana!) e che le api siano semplici insetti dotati di pungiglione che, eventualmente, producono miele, o pappa reale, o propoli. La realtà è più complicata e più degna di attenzione: le api, attraverso la pratica naturale dell'impollinazione, sono artefici dell'esistenza di un terzo circa del cibo che mangiamo, tra cui la maggior parte della frutta, delle verdure, oltre che dell'erba medica utilizzata per alimentare il bestiame.
Così, col supporto di riprese negli Stati Uniti, in Europa, Australia e Asia, il documentario Vanishing of the Bees esamina il problema della scomparsa allarmante delle api e approfondisce i significati intimi che danno forma al legame imprescindibile che unisce l'uomo alla terra. Alle ipotesi degli scienziati che tentano di venire a capo di quello che appare come un puzzle indefinibile, corrispondono le opinioni degli apicoltori che propongono argomenti ragionevoli sul riconoscimento delle cause della scomparsa delle api e offrono soluzioni ponderate ad indicare le vie che potrebbero ricondurre agli equilibri di cui ambiente ed esseri viventi non debbono fare a meno. La crisi degli apicoltori coincide con l'inizio del collasso per le diverse coltivazioni di alimenti tradizionali (mele, broccoli, angurie, cipolle, ciliegie e un centinaio di altri tipi di frutta e verdura).
Siamo nel bel mezzo di una guerra, sostengono i protagonisti del documentario, una guerra durante la quale abbiamo avuto perdite ingenti; e se ora a soccombere sono le api, c'è il rischio vicino e terrificante che gli uomini siano a un passo dal perdere se stessi.
Al momento nessuno sa riconoscere con certezza le cause dei danni al patrimonio apiario; ma, tra le teorie condivise, scienziati e operatori del settore concordano nell'individuare gli agenti responsabili della moria delle api, nei parassiti come gli acari, nei virus, nei batteri e nei funghi e, come fattori scatenanti, l'uso di pesticidi come i neonicotinoidi, l'importazione di api non native e quindi inadatte alle nuove condizioni climatiche, la mancanza di nutrimento e la conseguente variazione dell'habitat degli insetti (condizioni collegate allo sviluppo urbano e allo stravolgimento dei metodi di coltivazione), il maltempo (ondate di freddo che si alternano a periodi di umidità estrema), le tecniche relative ad una propensione dispersiva dell'allevamento.
Le prospettive alle quali è inevitabile affacciarsi durante la visione di Vanishing of the Bees, appaiono drammatiche e ineluttabili, ma il messaggio di speranza che chiude il film riesce a rianimare la volontà di contribuire all'equilibrio dell'ecosistema in cui viviamo perchè alla fine si tratta di una pura questione di scelte consapevoli: è possibile infatti sostenere l'impegno dei settori che si interessano di ricerca costruttiva nel campo dell'agricoltura o diventare membri di associazioni ambientaliste o, addirittura, decidere di diventare apicoltori.
Ma forse, l'attivismo più marcato sta nelle abitudini propositive degli atti quotidiani e la cura costante dei fiori nei nostri giardini o sui nostri balconi restituirà alle api la ragione essenziale, probabilmente l'unica, per ritornare all'alveare.
Ma la connessione tra le due società operose, quella degli uomini e quella delle api, è così naturale che viene data per scontata e l'idea che l'armonia sia un dono dovuto e meritato fa dimenticare quanto invece le cose più importanti debbano venir coltivate con costanza perchè si rigenerino e affinchè siano durature. La mancanza di consapevolezza ha le sue conseguenze quando, persino oggi, nell'era dell'informazione capillare, il consumatore medio non ha la minima idea dell'origine dei beni di cui usufruisce e nemmeno sa, incredibilmente, da dove provengano gli elementi così vitali che costituiscono i nostri alimenti. Nei paesi industrializzati, quelli più evoluti, si pensa che la fonte del cibo sia lo scaffale del supermercato (questa si che è leggenda metropolitana!) e che le api siano semplici insetti dotati di pungiglione che, eventualmente, producono miele, o pappa reale, o propoli. La realtà è più complicata e più degna di attenzione: le api, attraverso la pratica naturale dell'impollinazione, sono artefici dell'esistenza di un terzo circa del cibo che mangiamo, tra cui la maggior parte della frutta, delle verdure, oltre che dell'erba medica utilizzata per alimentare il bestiame.
Così, col supporto di riprese negli Stati Uniti, in Europa, Australia e Asia, il documentario Vanishing of the Bees esamina il problema della scomparsa allarmante delle api e approfondisce i significati intimi che danno forma al legame imprescindibile che unisce l'uomo alla terra. Alle ipotesi degli scienziati che tentano di venire a capo di quello che appare come un puzzle indefinibile, corrispondono le opinioni degli apicoltori che propongono argomenti ragionevoli sul riconoscimento delle cause della scomparsa delle api e offrono soluzioni ponderate ad indicare le vie che potrebbero ricondurre agli equilibri di cui ambiente ed esseri viventi non debbono fare a meno. La crisi degli apicoltori coincide con l'inizio del collasso per le diverse coltivazioni di alimenti tradizionali (mele, broccoli, angurie, cipolle, ciliegie e un centinaio di altri tipi di frutta e verdura).
Siamo nel bel mezzo di una guerra, sostengono i protagonisti del documentario, una guerra durante la quale abbiamo avuto perdite ingenti; e se ora a soccombere sono le api, c'è il rischio vicino e terrificante che gli uomini siano a un passo dal perdere se stessi.
Al momento nessuno sa riconoscere con certezza le cause dei danni al patrimonio apiario; ma, tra le teorie condivise, scienziati e operatori del settore concordano nell'individuare gli agenti responsabili della moria delle api, nei parassiti come gli acari, nei virus, nei batteri e nei funghi e, come fattori scatenanti, l'uso di pesticidi come i neonicotinoidi, l'importazione di api non native e quindi inadatte alle nuove condizioni climatiche, la mancanza di nutrimento e la conseguente variazione dell'habitat degli insetti (condizioni collegate allo sviluppo urbano e allo stravolgimento dei metodi di coltivazione), il maltempo (ondate di freddo che si alternano a periodi di umidità estrema), le tecniche relative ad una propensione dispersiva dell'allevamento.
Le prospettive alle quali è inevitabile affacciarsi durante la visione di Vanishing of the Bees, appaiono drammatiche e ineluttabili, ma il messaggio di speranza che chiude il film riesce a rianimare la volontà di contribuire all'equilibrio dell'ecosistema in cui viviamo perchè alla fine si tratta di una pura questione di scelte consapevoli: è possibile infatti sostenere l'impegno dei settori che si interessano di ricerca costruttiva nel campo dell'agricoltura o diventare membri di associazioni ambientaliste o, addirittura, decidere di diventare apicoltori.
Ma forse, l'attivismo più marcato sta nelle abitudini propositive degli atti quotidiani e la cura costante dei fiori nei nostri giardini o sui nostri balconi restituirà alle api la ragione essenziale, probabilmente l'unica, per ritornare all'alveare.
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